Para una poética de lo lost in traslation: Bolaño y el idiolecto de la globalización
DOI:
https://doi.org/10.6092/issn.2036-0967/10278Parole chiave:
Bolaño, translation, globalization, foreigneness, nomadismAbstract
As his most dedicated readers perfectly know, Roberto Bolaño’s fictional world – one that is systematically and obsessively crossed by voyagers and itinerant fluxes – casts the spell of a bounderless geography, in which the topic of the travel, the constant wandering of people, words, books and disparate cultural models seem to point toward the idea of an utopic universal transitivity. But beneath the transparent surface of that bohemian, on the road cosmopolitanism – which, in fact, works more as the shadow of a deciduous illusion – Bolaño discloses his unwavering reading of the conspiracy inherent to globalization, ritualizing the backs and forths of such itineraries, the crossings of the borders and its consequences, ultimately tematizing the impossibility of translation.
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